La poesia civile di Crialese, tra mare e Terraferma
04 settembre 2011 di M.M.
Era molto atteso e non ha deluso affatto le aspettative il primo film italiano in concorso al 68° Festival del cinema di Venezia, Terraferma, di Emanuele Crialese con la sua storia di migranti del Nordafrica recuperati al largo di un'isoletta di pescatori, che si dibattono tra le leggi dello stato e quelle del mare con la sua morale superiore.
"Oggi molte persone hanno perso la rotta - spiega Crialese - per le risposte inadeguate dello Stato a certi problemi e per un bombardamento mediatico scorretto. Il mio vecchio pescatore Ernesto, invece, la rotta ce l'ha ancora ben chiara".
Dopo Respiro il regista torna a girare a Lampedusa, che però non viene mai nominata espressamente: si parla sempre genericamente di Isola, perché "questa storia può accadere in qualunque punto del mondo".
"Con questo film - conclude il regista - non mi sono posto in un ruolo giudicante, che non mi spetta. Ho raccontato una storia e mi sono posto delle domande. Perché per me un film è questo: una storia e il mio pubblico ideale un bambino di 7 anni".
n po' di frasi in siciliano, accompagnate da uno scherzoso 'Traduci questo' alla traduttrice sul palco con lui, oltre a un fiero 'Sono italiano per la miseria!', e l'emozione che lo ha fatto fermare nel mezzo del suo discorso (''Ho dimenticato le mie battute!'') per un veloce sguardo agli appunti, sono stati fra i momenti piu' apprezzati dal pubblico della premiazione di Al Pacino stasera in sala Grande dove ha ricevuto il Jaeger-LeCoultre Glory to the Filmmaker Award da Jessica Chastain, l'attrice protagonista del suo ultimo film di regista, proiettato stasera fuori concorso, Wilde Salome. ''Sono un attore, quando sono su un palco e' difficile farmi andare via'' ha esordito Pacino, 71 anni, in smoking nero, camicia nera e senza cravatta. Dopo aver ringraziato la Chastain, ''per il migliore discorso che potessi avere e per aver partecipato al mio film'' ha ricordato che ''prima ero solo attore, da 25 anni invece sono innamorato anche dell'arte di fare film. In questi anni ho fatto vari 'esperimenti', che in genere tengo per me, ma qualcuno mi sfugge e arriva al pubblico, come Looking for Richard e Wilde Salome. E' un film molto personale a cui ho lavorato, con delle pause, per cinque anni'' ha spiegato. Ora ''pensatene quello che volete'' ha concluso tra gli applausi, per raggiungere in galleria la compagna 30enne Lucila Sola. Stamattina in giacca scura, pantaloni chiari e camicia bianca, Pacino e' arrivato all'imbarcadero della Mostra accolto da decine di flash
. Poi, appena messo piede nella sala delle conferenze stampa alla Mostra, ha ricevuto un boato di applausi, ai quali ha risposto sempre da star che sa di essere. Accompagnato dalla Salome' che ha cercato a lungo (''quando l'ho vista ho capito che poteva essere solo lei. E lei ho voluto'') Jessica Chastain (che l'ha ringraziato di cuore) e dal produttore del film Benoit Delhomme, l'attore e' arrivato subito al cuore del problema: 'Wilde Salome' e' un film o un documentario? ''Non e' ne l'uno ne' l'altro. Quando ho cominciato non sapevo dove sarei arrivato. Aveva una visione - spiega ai giornalisti - ma mi mancava una storia. E' sempre brutto non avere un copione. Volevo fare un collage, mettere insieme delle cose che alla fine potessero mostrare quello che avevo in mente. E che anche facesse riflettere su cosa fosse Oscar Wilde''. Ammette poi, con molta onesta', che per arrivare a concludere la sua 'Wilde Salome' ha dovuto ad un certo punto allontanarsene ''come succede ai pittori per i quadri. Solo quando l'ho lasciato per cinque mesi, alla fine ho avuto l'illuminazione per completare il lavoro. Anche perche' io volevo riprodurre cio' che ho sentito quando ho visto Salome di Wilde''. Pacino rivendica poi l'orgoglio della sua ricerca su Shakespeare, cominciata con il 'Looking for Richard', dedicato all'analisi del Riccardo III, e proseguita con il 'Mercante di Venezia'. ''Negli Usa il rapporto con Shakespeare e' problematico ed e' difficile essere accettati come un americano che recita Shakespeare. Solo pochi grandi attori, e io non dico di essere tra questi, ci sono riusciti''.
Ma si sente un attore di teatro o di cinema?, domanda un giornalista. Pacino ci pensa un po' e risponde '' a lungo sono stato diviso tra cinema e teatro, Poi ho cominciato a filmare le mie piece ed allora ho compreso la magia del cinema. Ma a differenza di Orson Welles non ho mai abbandonato il teatro''. Sul suo futuro dice che ''vuole fare le cose che piu' sente. Prometto di essere piu' selettivo nelle scelte e, a differenza delle altre volte, manterro' la linea''. Rivela che nel suo cassetto ci ''sono cinque o sei film'' da lui girati che ''mai nessuno vedra''' come i quadri che dipinge e annuncia che fara' presto un film sulla piece teatrale che spera di trasmettere in tv. Esalta Oscar Wilde, ''un genio visionario, che ebbe il coraggio di andare contro corrente e di vivere su terreni pericolosi per quei tempi, anche per la sua sessualita'. Per questo fu perseguitato e facendo il mio film ho capito la profondita' dei pregiudizi nei suo confronti''
Valeria Golino: "Scamarcio non mi sposa"
L'attrice confessa al settimanale "A" di volere anche un figlio
31/8/2011
A 44 anni e mille vite vissute Valeria Golino è pronta per il grande passo. Ma sembra che il tenebroso fidanzato Riccardo Scamarcio, dodici anni più giovane di lei, sul matrimonio faccia orecchie da mercante. L'attrice confessa al settimanale "A" la voglia di diventare mamma, e dà un consiglio alle donne: "Non bisogna mai convivere, sennò non ti sposano più, questo ormai l'ho capito".
"Riccardo lo sposerei - racconta Valeria -. Solo lui. Con lui farei tutto quello che non ho voluto fare prima, anche quelle cose che poi ti dicono, ma cosa ti è saltato in mente? Le farei così, per errore, per allegria". E Scamarcio come reagisce? "Ogni tanto lancia qualche segnale, però poi non approfondisce...".
Poi la Golino aggiunge con un sorriso: "In realtà mi hanno chiesto in moglie solo gli uomini a cui non ho dato nulla...". Grande è anche la voglia di diventare mamma: "Voglio un figlio. Anche se non sono più giovanissima, non mi do per vinta".
E se le nozze sono ancora lontane, con Scamarcio l'attrice ha un altro progetto importante: un film nel quale lei sarà per la prima volta alla regia e che tocca un tema difficile, l'eutanasia.
IN CONCORSO «UN ÉTÉ BRÛLANT» DELL' AUTORE FRANCESE
La Bellucci e i fischi: Garrel divide ma non ero il bersaglio
«Il nudo casto, un gesto di generosità» Nicchia Sapevo di affidarmi a un intellettuale di nicchia, unico nel suo genere
DA UNO DEI NOSTRI INVIATI VENEZIA - «I fischi? Io non credo riguardino me. Per Philippe Garrel, già quando a 18 anni faceva i primi film, c' era metà sala che lo applaudiva e l' altra metà che si alzava e se ne andava». Da donna lucida e razionale qual è, Monica Bellucci, 46 anni, il giorno dopo ha metabolizzato la modesta accoglienza che ha ricevuto Un été brûlant , il film in concorso che la vede protagonista accanto al figlio del regista, Louis. Fanno coppia, lui interpreta un pittore e lei ha il ruolo di un' attrice. «Hanno tutto, soldi e fama, eppure sono infelici. Al contrario dell' altra coppia di amici, accomunata dall' amore. Una storia sulla difficoltà dei rapporti». Alla proiezione della stampa, risatine, fuggi fuggi e non pochi buuh. Ma lei, Monica, pensa di essere presa di mira ai festival dai cinefili duri e puri? «No, non mi sono contro. Sapevo di affidarmi a un regista di nicchia, unico nel suo genere». L' impressione è che il regista non l' abbia saputa valorizzare... «È difficile dare un giudizio quando sei dentro a un progetto, posso solo dire che è stata una bellissima esperienza, magari in Italia verrà recepita in maniera diversa». Garrel padre: «Ho vissuto esperienze più crudeli, anche Godard, che considero il mio maestro, ha avuto i suoi fischi. L' anticonformismo è ciò che fa nascere i miei film. Ci sono interi dialoghi scritti da mia moglie. Se i giornalisti non hanno capito... A noi uomini sfuggono tante sottigliezze». Garrel figlio: «Ho visto alcuni filmati sull' accoglienza riservata in passato a mio padre. La metà della sala che applaudiva era vestita molto meglio della metà che fischiava». Monica, questo tormentone inventato del suo nudo integrale, frontale, insistito. «Non so chi l' abbia messo in giro. In ogni caso avevo partorito la mia seconda figlia da un mese e mezzo. Ero fragile. Quel nudo pudico è un momento di abbandono e di generosità nei confronti del regista. Mi sono sentita rispettata e protetta». In una scena del film si legge una recensione che la riguarda: Finalmente un personaggio all' altezza delle ambizioni di una interprete confinata dal cinema italiano. «Niente di personale. È riferita al personaggio, che di colpo diventa famoso e ha un modo di fare egoista; quella donna vuole essere adorata, è infantile, non è una coincidenza se Philippe l' abbia dipinta come un' attrice». Nel film Monica ha 20 anni più di suo marito, ma sarà lei a lasciarlo, intossicata dalla sua gelosia. «Avevo chiesto lumi sulla differenza d' età, Philippe mi ha risposto che non c' è una ragione particolare. Ho pensato a quanto sono fortunata a essere europea, in America i 20 anni di più sarebbero stati l' unico argomento». È la stessa situazione che vive nella realtà Louis Garrel. La sua compagna è Valeria Bruni Tedeschi, sorella di Carla Bruni, e suona strano sentire dal cognato della Signora dell' Eliseo, Carlà, di «non votare per Sarkozy, in Francia abbiamo perso la speranza del progresso». Louis risponde così: «Maometto a 24 anni ebbe la sua iniziazione sessuale con una donna di 45. Io mi sento come Maometto». Monica, il fatto di essere in gara lo stesso giorno di suo marito, Vincent Cassel? «Non ci siamo nemmeno incrociati. Uno entra e l' altro esce. Fa parte della nostra routine. Qui siamo due attori, non una coppia». Valerio Cappelli RIPRODUZIONE RISERVATA **** Il programma di oggi In concorso «Pollo alle prugne» di Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud con Isabella Rossellini nel cast (foto) «Alpis» di Yorgos Lanthimos con Aggeliki Papoulia Fuori gara «Cose dell' altro mondo» di Francesco Patierno; «Contagion» di Steven Soderbergh; «Sal» di James Franco; «La follia di Almayaer» di Chantal Akerman; «Inni» di Vincent Morisset; «Toutes nos envies» di Philippe Lioret
Cappelli Valerio
giovedì 1 settembre 2011di Luca Annunziata
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Samsung, altro che tablet
All'IFA di Berlino viene mostrato una sorta di smartphone ipervitaminico. L'azienda coreana sulla scia degli esperimenti Dell. Per i puristi, comunque, c'è anche una nuova tavoletta da 7 pollici
Roma - Non è un tablet, monta la versione di Android per i cellulari. Però incorpora un pennino, come i palmari di qualche anno fa. Il nome è evocativo, e si presta a diventare un tormentone: il Samsung Note ("take a note", prendi nota, lo slogan più probabile) è uno strano ibrido tra vecchio e nuovo: porta all'estremo alcune delle caratteristiche che fin qui hanno fatto la fortuna di Galaxy e altri smartphone, come lo schermo maxi, e riporta in mano agli utenti un pennino. Qualcosa che nell'era del touch sembrava definitivamente archiviata.
Lato hardware, il Note lascia pochi dubbi sulle sue intenzioni bellicose: processore dual core da 1,4GHz, schermo HD Super AMOLED da 1280x800 pixel (285 punti per pollice), connettività HSPA+ da 21Mbit quad-band, fotocamera 8 megapixel posteriore e 2 megapixel anteriore, memoria da archiviazione da 16 o 32GB, Bluetooth, WiFi, A-GPS. Nessuna menzione sul quantitativo di RAM installata. Il Note è un telefono (anche se con i suoi 5,3 pollici di diagonale è un telefono elefantiaco): prova ne sia la versione di Android che monta, la 2.3, ma è anche un tablet nelle intenzioni di chi l'ha ideato. La speranza di Samsung è che crei una nuova linea di prodotti intermedi tra smartphone e tablet (una volta si chiamavano MID?), portando a 4 o 5 il numero di schermi presenti nella vita del consumatore: telefono, Note, tablet, laptop o desktop, e infine TV.
La sua peculiarità resta comunque il pennino: lo chiamano "S Pen", e ci sono a bordo un paio di applicazioni relative a calendario e appunti realizzate appositamente per sfruttarne le capacità. Samsung mette a disposizione degli sviluppatori tutte le informazioni necessarie a farne l'uso migliore: l'auspicio è che vengano prodotte altre app in grado di utilizzarlo, così da rendere più semplice l'input sul Note e magari imporlo in una nicchia di affezionati a penna e taccuino. Le misure giocano senz'altro a suo favore: 175 grammi di peso, 9,6 millimetri di spessore, una superficie da 146,85x82,95mm di lato.
Wikileaks, in rete tutti i file della diplomazia Usa
domenica, 4 settembre, 2011 alle 16:52
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Wikileaks, in rete tutti i file della diplomazia Usa
Catania, 04 settembre 2011. Wikileaks, in rete tutti i file della diplomazia Usa. E’ incredibilmente in rete, consultabile da chiunque si colleghi a Wikileaks, l’intero archivio di documenti riservati della diplomazia Usa. Senza password e nessun altro tipo di blocco. Una mossa dettata (non è ancora ufficiale) dallo stesso Julian Assange, il fondatore del sito dei segreti e degli scandali. Le testate giornalistiche di tutto il mondo criticano tale comportamento e con un comunicato congiunto firmato dalle testate giornalistiche ‘Guardian’, ‘New York Times’, ‘Der Spiegel’ e ‘El Pais’, fanno sapere la loro estraneità a tale decisione: “Deploriamo la decisione di Wikileaks di pubblicare i cablo non editati, mettendo così a rischio la vita delle fonti. Siamo uniti nel condannare la non necessaria pubblicazione dei dati completi. Decisione che è stata solo ed esclusivamente di Assange”. Per un funzionario del Dipartimento di Stato è uno scandalo senza precedenti: “È uno scandalo destinato a compromettere le già tese trattative tra Bagdad e Washington sulla permanenza delle truppe Usa in Iraq”.
Wikileaks, in rete tutti i file della diplomazia Usa
Call of Duty incanta Los Angeles
L'8 novembre il nuovo capitolo
LOS ANGELES (Usa), 4 settembre 2011
Nel torneo della città degli angeli il team italiano si ferma agli ottavi. Lo "sparatutto" ha 7 milioni di giocatori al giorno. E il nuovo episodio, "Modern Warfare 3" ha già battuto i record di prevendita
Una schermata di Call of Duty: Modrn Warfare 3. activisionvideo.com
La Disneyland dei videogiochi ha entusiasmato per due giorni migliaia di persone a Los Angeles. In due giganteschi capannoni vicino all’aeroporto, sabato e domenica è andato in scena il primo Call of Duty XP: tutto, ma proprio tutto, sul game d’azione più famoso del mondo. Mentre i profani hanno provato in anteprima il nuovo Modern Warfare 3, i mostri sacri si sono sfidati in un megatorneo da un milione di dollari di montepremi su Xbox 360. I 400mila dollari riservati ai vincitori sono finiti nelle tasche dei quattro giocatori del team americano Optiks, che hanno battuto in finale gli inglesi di Infinity. La squadra italiana, battezzata Flash, non è andata oltre gli ottavi di finale. Comunque un ottimo risultato per i quattro giovanissimi (l’età media è vent’anni) Giorgio Calandrelli, Massimiliano Fabbri, Alessio e Andrea Leonelli, alla prima esperienza internazionale. Ospite d’onore del torneo è stato Alessandro "Stermy" Avallone, l’unico giocatore professionista in Italia e tra i primi tre più forti al mondo.
NUMERI RECORD — Prima della chiusura della grande festa, affidata alla musica del famoso rapper Kanye West, sono stati i campioni Nba a conquistare il pubblico: Kevin Garnett, Chris Bosh, Russell Westbrook e Kevin Love hanno smanettato ai videogames via satellite contro i militari americani di stanza nelle zone di guerra. Uno spettacolo nello spettacolo che consacra Call of Duty come la stella dei giochi su console e Pc. Activision, la multinazionale proprietaria del marchio, se la ride pensando ai numeri che riesce a generare lo "sparatutto". Qualche esempio? Nel mondo gli appassionati sono 30 milioni; quelli che ci giocano ogni santo giorno sono 7 milioni; Black Ops, il penultimo capitolo della saga uscito nel 2010, ha venduto 20 milioni di copie diventando il game più comprato di sempre. L’8 novembre esce Modern Warfare 3, ed è già record di preordini nonostante il prezzo non bassissimo (69 euro) e nonostante alcuni famosi sviluppatori di Infinity Ward siano nel frattempo passati dall’entourage di Activision a quello, rivale, di Electronic Arts. Il segreto di questo ennesimo successo sta soprattutto nella trama accattivante: bisogna stanare il cattivo russo Makarov in una Terza Guerra Mondiale che si spinge fin dentro le più famose metropoli del pianeta, tra cui New York, Parigi e Berlino.
NOITA' ELITE — "Call of Duty vince perché riesce ad abbinare il realismo agli effetti cinematografici e alla facilità di utilizzo, anche per i meno esperti", ha sottolineato l’amministratore delegato di Activision, Eric Hirshberg. E non è mica finita qui. Presto infatti debutterà Call of Duty Elite, una piattaforma online dedicata espressamente ai giocatori di Black Ops e Modern Warfare 3. Lì l’appassionato canadese potrà giocare in tempo reale con lo smanettone giapponese, l’italiano con il brasiliano, lo spagnolo con l’australiano. In più si potranno postare i video delle sparatorie, confrontare i profili, scaricare gli aggiornamenti delle mappe e delle armi, partecipare ai tornei. "Elite ospiterà anche un programma tv ideato dai registi Ridley e Tony Scott", ha annunciato Hirshberg. La guerra non è mai stata così coinvolgente.
dal nostro inviato
Mauro Casadio
FA 2011: HTC TITAN E RADAR CON WINDOWS PHONE 7 MANGO
Dom, 04 Set 11Gaetano Monti
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Per ottobre, HTC porta sul mercato due nuovi smartphone con Windows Phone 7. Parliamo naturalmente di HTC Titan e HTC Radar, che abbiamo avuto l'opportunità di guardare e provare dal vivo ad IFA 2011.
Il produttore taiwanese HTC svela, ad IFA 2011, due nuovi smartphone con sistema operativo Windows Phone 7 Mango. La presentazione HTC Titan e HTC Radar è avvenuta contemporaneamente in più capitali europee: da Berlino (IFA) a Madrid, da Parigi a Londra. I due nuovi terminali HTC, il primo top di gamma ed il secondo mid-range, inaugurano una nuova serie di smartphone WP7 Mango per contrastare i prodotti firmati Nokia, partner privilegiato di Microsoft dopo l'accordo firmato lo scorso febbraio.
HTC, fedele all'azienda di Redmond sin dai suoi primi passi, cerca di conquistare quote di mercato ed utenti anticipando Nokia di qualche mese. Il produttore taiwanese mette l'accento in particolare sulla dotazione degli smartphone, sul case in alluminio e sulla qualità della fotocamera. Quest'ultima ha un pulsante dedicato che permette di catturare immagini vivide senza sbloccare il telefono, mentre l’apertura del diaframma f/2.2 e i sensori retro-illuminati offrono ottime prestazioni anche a bassa luminosità, assicurando così di non perdere mai lo scatto perfetto. La fotocamera degli smartphone HTC possiede un grandangolo da 28mm e può registrare video a 720p HD.
HTC Titan, avvolto in un case di alluminio ultra-sottile da 9.9mm, è il modello top di gamma, con un display impressionante da 4.7 pollici SLCD a 800 x 480 pixel. Il processore integrato è un modello Qualcomm a 1.5GHz, con 512MB di memoria RAM e fino a 16GB di storage interno. Sul lato frontale, troviamo una fotocamera da 1.3 megapixel per le videoconferenze, mentre sul retro prende posto una fotocamera da 8 megapixel. Per la connettività, l'utente potrà contare su un modulo WiFi e Bluetooth, ma anche GPS. HTC Titan è atteso agli inizi di ottobre ad un prezzo di 649 euro.
Lo smartphone HTC Radar, sempre basato su Windows Phone 7 Mango, si colloca invece nella fascia mid-range. Anch'esso costituito da un case unibody in alluminio, integra uno schermo LCD da 3.8 pollici ed un processore Qualcomm da 1GHz con 512MB di memoria RAM e 8GB di spazio dati. Le fotocamere hanno un sensore da 5 megapixel (posteriore) e VGA (frontale) per le videoconferenze. WiFi, Bluetooth e GPS completano la dotazione.
People Hub mostra lo storico delle comunicazioni con ogni contatto e gli aggiornamenti più recenti di status e foto sui social network. Puoi tenerti in contatto con SMS, la chat di Facebook e Windows Live Messenger senza cambiare applicazione o interrompere il flusso di conversazione. Spesso 10.9 millimetri per un peso di 137 grammi, come HTC Titan, anche HTC Radar è dotato del servizio di VOD HTC Watch. Lo smartphone HTC Radar è atteso per l'inizio di ottobre ad un prezzo di 449 euro.
GOOGLE: CHROME COMPIE 3 ANNI
Sab, 03 Set 11Laura Benedetti
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Lanciato a settembre 2008, il browser Google Chrome ha dettato le nuove regole della web-experience. L'interfaccia essenziale e alcune interessanti features sono presto diventati dei caratteri standard anche nei browser concorrenti.
Il 2 settembre 2008, Google lanciava ufficialmente il suo browser Chrome in versione beta. Oggi, spegne 3 candeline. Rileggendo la nota ufficiale dell'azienda di Mountain View diffusa in occasione del lancio, Chrome era stato "realizzato per portare un valore aggiunto agli utenti e spingere l'innovazione su Internet". Tre anni più tardi, la scommessa è in gran parte vinta: Chrome si è rapidamente imposto come il terzo browser più popolare, alle spalle di Internet Explorer e Firefox.
Attualmente, Chrome tallona la Fondazione Mozilla con il 23.17% delle quote di mercato ad agosto, contro il 27.5% di Firefox ed il 40% di Internet Explorer (dati StatCounter). Il valore aggiunto offerto da Chrome, rispetto alla concorrenza, è l'usabilità. L'interfaccia semplificata, un maggiore livello di sicurezza grazie al suo sistema di sandbox, velocità nella navigazione web e soprattutto un alto ritmo di aggiornamento (update ogni 6 settimane) sono gli ingredienti del successo di Google Chrome.
Per rispondere a Google, anche Internet Explorer e Firefox hanno adottato buona parte delle novità introdotte dal browser Chrome. IE9, ad esempio, ha operato una trasformazione importante modificando ed alleggerendo la sua interfaccia, mentre Firefox ha deciso di rilasciare aggiornamenti con frequenza maggiore.